Oderzo

La Pinacoteca dedicata ad Alberto Martini (Oderzo 1876 - Milano 1954) nasce idealmente nel 1971 con la donazione del celebre Autoritratto (1911) da parte della vedova Maria Petringa. L’esposizione conduce oggi il visitatore alla scoperta dei raffinati lavori grafici e pittorici del celebre artista, colto e amante di tutte le arti, dalla musica a...

La Pinacoteca dedicata ad Alberto Martini (Oderzo 1876 - Milano 1954) nasce idealmente nel 1971 con la donazione del celebre Autoritratto (1911) da parte della vedova Maria Petringa. L’esposizione conduce oggi il visitatore alla scoperta dei raffinati lavori grafici e pittorici del celebre artista, colto e amante di tutte le arti, dalla musica al teatro, al cinema. L'artista declina la propria intensa attività creativa e progettuale collaborando con le più eminenti personalità del mondo artistico, poetico e letterario del suo tempo. 
Notevoli le sue illustrazioni de La Secchia Rapita di A. Tassoni, de La Divina Commedia di Dante e le raffinatissime chine ispirate ai Racconti di Edgar Allan Poe (1905-09), intrise di quel cupo mistero fantastico che porterà Martini al surrealismo. 
La Pinacoteca accoglie anche la sezione dedicata alla pittura veneta sul territorio tra fine Ottocento, Novecento e contemporaneo: la GAMCO (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Opitergina). La cospicua collezione dedicata all’artista ed intellettuale Tullio Vietri (1927- 2016) è invece ospitata ed esposta permanentemente nella Biblioteca di Oderzo.

Il Museo archeologico Eno Bellis di Oderzo aperto al pubblico dal 1881 ospita i reperti restituiti dal territorio e dalla città, già in antico al centro di un nodo di traffici e commerci tra l’area euganea, l’area alpina e l’area veneto-orientale. Il percorso espositivo si sviluppa cronologicamente a partire dalla sezione dedicata al periodo preromano, che offre una ricca documentazione riferibile all’abitato Veneto, fino alla sezione romana, con gli splendidi mosaici, le statue, le epigrafi, i pozzi, i bronzetti e i ricchi materiali provenienti dagli scavi urbani delle domus e dell'area forense, che attestano l'alto livello del municipium romano.
Le consistenti evidenze archeologiche cittadine ancora visibli, rientrano nel percorso alle aree archeologiche della città, a completamento della visita in museo.

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